“Signori, arriva il momento, nella vita di ogni uomo, in cui questi deve scegliere fra resistere o scappare. Io scelgo di resistere.”
Bukowski non è per tutti. O si ama o si odia.
Ci sono pochi autori che riescono a farmi smettere di pensare e al tempo stesso riflettere fino allo strenuo come fa lui.
Quando si vuole staccare dalla facciata di questo mondo, leggere la provocazione e l’imperfezione assoluta di Bukowski è l’ideale.
“Mi veniva da piangere, ma non ci riuscivo. provavo solo un’amara stanchezza, una nausea triste: quando ti senti giù, che più a terra non potresti. mi capite cosa intendo. ognuno di voi l’avrà provata, qualche volta. a me capita spesso di provarla, troppo spesso.”
“È una sera come tante. la gente viene da me, parlano, mi ragguagliano: i futuri rabbini, i rivoluzionari con i loro fucili, l’FBI, le puttane, le poetesse, i giovani poeti californiani, un professore dell’università di Berkley, un altro che abita a Riverside, tre o quattro ragazzi della strada, barboni e vagabondi con i libri di Bukowski accatastati nel cervello… dapprincipio pensavo che questa banda di intrusi assassinasse i miei momenti più belli e preziosi. invece ho avuto fortuna. fortuna sì. perchè ognuno di loro, uomo o danna, mi ha portato qualcosa e mi ha lasciato qualcosa, e non devo più sentirmi come Jeffers dietro un muro di pietra. eppoi ho avuto fortuna anche in un altro modo, perchè quel po’ di fama di cui godo è nascosta e tranquilla e non sarò mai un altro Henry Miller, con gente accampata nel giardino di casa mia. gli dèi sono stati buoni con me, mi hanno tenuto in vita, sono ancora vivo e vegeto, posso prendere appunti, osservare, percepire la bontà della buona gente, sentire il miracolo che sale su su pel mio braccio come un topo pazzo. una tale vita, donata a me all’età di 48 anni, anche se domani chissà, è il più dolce dei sogni.”
“Quando il mondo ammetterà che TUTTE le parti rientrano nel quadro d’insieme, si potrà cominciare a sperare. qualsiasi cosa l’uomo vede è vera. non è mica stata portata lì da qualche forza estranea: era lì prima che lui nascesse. non biasimatelo per il fatto che egli stesso la vede, e non date a lui la colpa se diventa matto solo perchè maestri e sacerdoti non furono abbastanza saggi da insegnargli che l’esplorazione della realtà non ha mai termine, e che siamo degli stronzi a limitarci all’abbiccì del mondo.”
“Il padre di Paul, Harvey, mi stava guardando. Gli lessi negli occhi che, a questo punto, non mi reputava più un grande scrittore, dopotutto. Forse, anzi, un pessimo scrittore.
Bah, nessuno può restare nascosto per sempre.”