“«Eppure…ogni notte le vedo… Le grandi, mostruose, bellissime cose che potrei fare… Sono così vere… Sono così vere che potrei allungare lamo e toccarle. I miei sogni continuano a crescere, Harry, mentre le mie possibilità si riducono. È come se mi ordinassero di farle, quelle cose, vogliono essere viste, vogliono esistere. E ora ho il terrore che non ne porterò a compimento neanche una.»”
Questa graphic novel è davvero immensa per tutto quello che lascia al lettore, quasi 500 pagine sono davvero poche a pensarci. È un pugno allo stomaco, una calcio nel posteriore, una doccia fredda per tutti coloro che vivono della loro arte, in qualsiasi forma.
Ti sbatte la verità in faccia con una semplicità sconvolgente. Ci costringe ad ammettere quanto una vita normale ad alcuni di noi non basti, che continueremo sempre a sfuggirle per inseguire una vita più scomoda, non importa quanto impraticabile.
“«Ma allora è tutto…moda? Non ci sono assoluti?»
«Certo! Qui dentro…ma non là fuori.»”
Il concetto dell’arte e della sua utilità viene fatto a pezzi e analizzato da ogni angolazione, quasi modellato per permettere di essere compreso da più persone possibili. È interessante che, nonostante sia pieno di messaggi, la direzione delle voci è sempre orientata verso l’interno della storia, non vogliono insegnarci nulla.
“«Segui l’istinto. Al diavolo ciò che dicono gli altri! Ma per concentrarti vai in profondità, non in ampiezza. Chiudi gli occhi, nuota fino al fondo e non pensare a chi ti sta seguendo. Non pensare.»”
Ovviamente non mancano i consigli per gli artisti, sempre molto ampi e universali. La scultura è solo una forma d’arte scelta perché a livello visivo rende di più, ma il discorso è sempre molto generale. Questa graphic novel non parla dell’amore per la Scultura, ma dell’amore per l’Arte.
“«Ehi, ma se vinco una partita, posso vivere per sempre e andare in giro dicendo che “Ho sconfitto la morte”?»
«No. Ma se ti fa stare meglio lo puoi scrivere sulla tua lapide.»”
La storia si annuncia tragica sin dall’inizio, non ci sono sconti o limature. È una storia molto fredda anche nei momenti di maggior commozione. Non ci sono abbellimenti o fuochi d’artificio, ma solo due persone che fanno quello che possono per vivere sotto il peso del loro amore per l’arte.
La storia fra il protagonista e la sua ragazza, poi, spezza il cuore in più di una scena.
“«Potrei cercare di allontanarti…Non permettermelo, okay?»”
“«Ti prego, non sono il tuo nemico!»
«Non sei mio amico, che altro resta?»”
Ovviamente quando si parla di Arte, la parola “Compromesso” esce sempre, ma qui ha un’accezione meno negativa del solito, perché si aggrappa alla parola “Sopravvivenza”. Ed è difficile biasimare chi cerca di sopravvivere, specie quando l’autore ci ha mostrato da vicino quali sono i costi a cui si va incontro: Solitudine, Dolore, Depressione, Rabbia, Pazzia.
“«Ora mi pare stupido, ma ho creduto davvero che l’arte potesse cambiare il mondo.»
«Oh, ma può. Caro ragazzo, l’arte può cambiare il mondo! Lo fa molto, molto lentamente.»”
Per quanto i messaggi siano molto astratti, McLoud ci illustra uno scorcio molto pratico della vita dell’artista in una grande città come New York, come funzionano certe cose, le figure che si possono incontrare, il rapporto con altri artisti e con il pubblico.
“«Eravamo splendidi. Avevamo così tante speranze, e così tanti sogni. Noi e milioni come noi. Abbastanza stupidi da credere che ciò che facevamo sarebbe durato.»
«Vedi, eccolo il tuo problema, proprio qui!»
«Ahi! Cosa?»
«Hai la sensazione di combattere una battaglia senza speranza, perché è così.»
«Oh, grazie…»
«No, ascolta. Tutti vengono dimenticati, David. È come morire, ci vuole soltanto più tempo. Magari molto tempo, se sei fortunato. Ma succede comunque. Devi accettarlo, accogliere l’idea, perfino… Assumi il controllo, decidi tu come.»”
Ovviamente, il tema che più mi ha colpito è quello forse fondamentale del romanzo: Perché continuiamo a provarci, nonostante tutto. Ed ho apprezzato il fatto che nemmeno il protagonista sappia dare una risposta precisa o calzante, non da subito. Ma che faccia dei tentativi che generano varie discussioni e smentite. Fino a quando l’autore ci mostra nel finale un’immagine che racchiude la sua risposta: L’arte è come un segreto, morirà con noi oppure ci sopravvivrà, almeno per un po’, e noi continueremo a vivere attraverso di lei, ma non solo noi, anche tutti coloro che abbiamo amato in questa vita; perché l’amore influenza le nostre opere, sempre. E non importa il nostro nome, la fine che faremo noi o la nostra opera, conta la creazione nei suoi istanti, portare alla luce qualcosa che viene da dentro di noi, ma che prima non c’era. E che bisogna farlo, finché ne abbiamo l’occasione.
“«Dice che devi imparare in fretta: Ogni minuto è un oceano…accoglili tutti.»”