Parliamo di… “Saga vol. 7” di Brian K. Vaughan e Fiona Staples

Più ti importa di qualcuno, più è probabile che quando lo perderai sarà in modo tanto improvviso quanto assurdo. E scordati che la cosa ti faccia “sentire in pace”. Cercare di capire come e perché una persona amata sia uscita dalla tua vita ti lascia sempre con più domande ancora.

Mamma mia che colpi al cuore in questo numero… sicuramente il più drammatico fino ad ora, e non credo che nei prossimi le cose miglioreranno. È interessante ed inquietante al tempo stesso sapere che adesso si fa sul serio, e prima era giusto un fase “leggera” per spiegarci le varie dinamiche.

Ho sempre faticato a comprendere il concetto di “male”. Tutti dicevano che la mia stessa famiglia era il male, quindi con il tempo la parola ha perso forza, per me. Insomma, la vita è breve e difficile, e la gente per lo più fa del proprio meglio per attraversarla. Anche la gente che ci disprezza.

Come sempre, trama che non si risparmia, senza censure o mezzi termini. La narrazione di Hazel si fa sempre più interessante, profonda e ricca di dettagli sul suo presente, forse anche troppo.

Sapete quel vecchio luogo comune, che milioni di morti sono una statistica, ma la perdita di una sola vita è una tragedia?
Se è così, come si chiama quando perdi qualcosa che non aveva ancora avuto modo di nascere?
Ho avuto molte relazioni nella mia vita, platoniche e non, ma quelle cui ripenso più spesso sono quelle che non si sono mai compiute. Il primo appuntamento che non ti ha mai richiamato. La signora sul treno con la quale hai parlato di tutto, ma che non hai rivisto più. Il figlio simpatico dei vicini che hai conosciuto una settimana prima che traslocassero.
Mi sento perseguitata da tutta questa energia potenziale. Un attimo l’universo ti offre questa straordinaria occasione di nuove possibilità…e poi…


Da alcune cose che dice Hazel, il lettore può intuire parecchio, e forse ci sono un po’ troppe anticipazioni.

Ogni nuovo mondo che visitavamo era un’avventura. E poche avventure sono finite male come quella. Finché non è andato tutto a puttane, è stato uno dei periodi più belli che io e la mia famiglia abbiamo passato insieme.


I personaggi riescono ancora a mantenere la loro fibra originale nonostante il tempo e le situazioni di volta in volta diverse, non sono burattini della sceneggiatura, e questa è una delle cose che sempre apprezzato.
Hazel cresce, lo spazio è infinito e la guerra continua.

La vista della vera violenza fa schifo, ma è il suono che mi ha sempre dato il tormento.


La cosa più bella di questa saga è che non vedi l’ora che esca il numero successivo non solo per il semplice “voglio sapere cosa succederà”, ma perché appena finisci di leggere ti mancano subito i personaggi, l’atmosfera…tutto.

«Io non capisco. Ali e corna e spettri e androidi…che lavorano insieme?»
«Meno di quel che sembra.»

Quindi, signori, sbrigatevi a tirare fuori il prossimo numero, anche perché non si è visto proprio Ghüs, quindi un punto in meno. (scherzo)

Se una catena è forte come il suo anello più debole, allora una famiglia è più simile ad una corda. Siamo come fragili fibre, e sopravviviamo solo intrecciandoci indissolubilmente gli uni agli altri. Le famiglie più felici che ho conosciuto erano imperfette… ma anche più strette del cappio di un boia.

Pensiamo tutti di saper nascondere le nostre debolezze al mondo, e a volte abbiamo ragione. Ma solo se siamo molto, molto forti.

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