Parliamo di… “Il mondo secondo Garp”di John Irving

“Il romanziere è un medico che cura solo casi disperati.”

È un romanzo che richiede molta pazienza, perché nella prima metà del libro non si capisce dove l’autore voglia arrivare e il senso del romanzo; se tutti i dettagli, i fatti e i personaggi presentati siano importanti oppure no. Dopo la seconda metà, però, avviene la magia, tutto prende posto, si incastra perfettamente e capisci che anche il più piccolo dettaglio aveva il suo scopo. Il romanzo prende una forma nuova, che è difficile aspettarsi.

“Garp portava Baby Jenny in palestra la domenica pomeriggio; là – asseriva – avrebbe imparato a camminare e correre e cadere senza farsi male; Helen diceva invece che quel materassino avrebbe dato alla bimba una falsa concezione, illudendola che il mondo sotto i piedi fosse morbido come una spugna.”
-Ma è proprio questa la sensazione che dà il mondo,- diceva Garp.

Garp è uno scrittore, ha una visione del mondo surreale, dove anche la tragedia più nera ha qualcosa di buffo e assurdo, eppure del tutto credibile, possibile. Tutto ciò che scrive (i suoi scritti fanno parte del romanzo) riesce a sconvolgere per la sua tragicità, eppure c’è sempre un elemento che ti fa scappare un sorriso o una piccola risata, e ti fa sentire uno schifo, perché stai ridendo di una disgrazia davvero pesante. E questo è esattamente ciò che l’autore vuole. Perché dopo la prima metà, il romanzo stesso diventa come lo stile di Garp, quindi la vita stessa del protagonista viene invasa da eventi tragici e tremendi, ma sempre con un elemento comico che destabilizza il lettore.

“Horace Walpole una volta disse che il mondo è comico per quelli che pensano e tragico per quelli che sentono. Spero converrà con me che Horace Walpole, dicendo ciò, semplifica un po’ troppo il mondo. Certo, tutti noi pensiamo e insieme sentiamo; tragico e comico sono mescolati a questo mondo. Per questo motivo non ho mai capito perché “serio” e “buffo” vengano considerati opposti. Per me è una vera contraddizione che i problemi della gente siano spesso buffi e ciononostante la gente sia spesso triste. Io prendo la gente molto sul serio. Anzi, prendo sul serio solo la gente. Perciò provo compassione per come si comporta e non ho che il riso per consolarla. Il riso è la mia religione. Alla stessa stregua di tante religioni, il mio riso – lo ammetto – è disperato”.

È un tragicomico crudo, che punta a sconvolgere e a giocare con il lettore. I temi trattati in questo romanzo sono lo stupro, il femminismo, il sesso, la perdita di un figlio e l’ansia dell’essere umano nel non saper proteggere se stesso e i suoi cari da un mondo pericoloso. Sono appunto temi molto forti, che vengono trattati da un punto di vista umano, senza didascalie o spiegazioni, e l’autore non risparmia nulla al lettore. È il romanzo ti trascina nella sua fatalità sempre più disarmante.

“Helen sapeva che Garp stava inventando una storia da raccontare a Walt dopocena. Faceva così, Garp, per calmarsi, ogni qual volta era preoccupato per i figlioli: come se inventando una bella storia per i figli riuscisse a garantirgli l’incolumità per sempre.”

Irving ha la capacità di rendere veri e reali anche i personaggi più bizzarri, è ciò che tanto mi ha fatto amare [book:In una sola persona|17208346] e mi ha spinto a concludere questo romanzo nonostante fosse molto più forte e crudo. Alcune scene mi hanno davvero scosso, ed è impossibile rimanere indifferenti alle vicende narrate.

“La vita,” scrisse Garp, “purtroppo non è strutturata come un buon romanzo alla vecchia maniera. Nella vita, invece, il finale arriva quando tutti quelli destinati a eclissarsi si sono eclissati. Quel che resta è solo la memoria. Ma persino un nichilista ha dei ricordi.”

Vale la pena leggere questo bizzarro romanzo anche solo per l’umanità che si respira. Non aspettatevi una lettura leggera, anzi, non aspettatevi nulla.

“Perché la gente non deve persuadersi che il “comico” può esser anche molto “serio”? Tanti fanno confusione fra l’esser profondo e l’esser accigliato, o zelante. A quanto pare, solo se ti atteggi a serio, credono che tu lo sia. Presumibilmente, gli altri animali non sanno ridere di se stessi, e Garp era convinto che il riso è parente della compassione, di cui c’è tanto bisogno a questo mondo.”

Lo consiglio soprattutto agli appassionati di scrittura, in quanto dà una visione molto più ampia dello stile surreale, fin dove si può spingere e i suoi limiti. Perché, al di là di tutti i temi trattati, quello principale è proprio la scrittura.

Altre citazioni

 

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